G n° 17-6 - Colui che ritrova le Tenebre

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    Un'ombra spenta

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    Aioria rischia di perdere la presa sullo spuntone roccioso, ma nonostante le richieste di Crono continua a rifiutarsi di lasciarlo cadere, ricordandogli quanto detto appena prima. Un attimo dopo la roccia va in pezzi ed i due cadono, ma con un balzo Aldebaran arriva al loro fianco, rimproverando il leone per agire senza riflettere. Sorridendo, Aioria risponde che in realtà non è così, egli ha agito memore che Camus "Mi aveva detto che i miei compagni d’arme non mi avrebbero mai abbandonato". Aldebaran allora gli chiede come ci si senta ad avere fiducia nel prossimo, e per la prima volta il ragazzo ammette che non è male come sensazione. Sorridendo, Aldebaran gli porge la mano e lo afferra, poi Shaka teletrasporta tutti al sicuro. Aioria e Virgo scambiano qualche battuta scherzosa, poi il custode della quinta casa torna a rivolgersi a Lythos, che confida di aver sempre avuto fiducia in lui. Questa parola, fiducia, lascia Crono perplesso. "E’ forse una parola per cui vale la pena di rischiare la vita? Io… non ne capisco l’importanza". Aioria gli risponde che non c’è niente da capire: "Avere fiducia significa sentire con il cuore. Solo colui che riesce a credere in qualcuno avrà qualcuno che crede in lui". Avvicinatosi al compagno, Milo gli chiede se quel ragazzo sia davvero Crono, suggerendo che, uccidendolo, potrebbero mettere fine al conflitto. Aioria però non vuole saperne, ed anche Camus afferma che in effetti non è necessario, basta che Crono accetti di avere fiducia negli esseri umani e tutti loro potrebbero vivere felicemente insieme. Aldebaran, Shura e Shaka sono concordi, le guerre esistono solo finchè c’è qualcuno che vuole combatterle, ed adesso la pace è davvero possibile. Riassumendo il pensiero di tutti, Aioria sorride a Crono, gli porge la mano e dichiara "La guerra contro gli Dei… è giunta a termine", anche se la decisione finale spetta al Dio stesso. In questo momento interi eserciti di soldati rischiano la vita e soffrono per il loro sovrano, sospinti dalla fede che hanno in lui, ed è proprio in mano a Crono che si trova il loro destino. Il ragazzo dubita di se, specie ora che è privo di poteri e memoria, finchè Aioria non gli fa notare che un grande guerriero come Iperione credeva in lui, e che quindi lui dovrebbe fare altrettanto. Memore delle parole di Lythos allora, Crono domanda se sia vero che la terra è un mondo in cui brilla la luce calda di un sole che appartiene a tutti, e quando Aioria gli risponde che è proprio così, inizia a piangere di gioia, commuovendo il Cavaliere d’Oro che lo abbraccia con calore. Da lontano, Ponto osserva tutto ciò sorridendo sinistramente. "Ha conosciuto l’affetto, la fiducia, la speranza, e il suo cuore si è così riempito di letizia da indurre il suo animo a piangere lacrime di gioia. Aspettavo questo momento! Poiché ora che il suo cuore ha raggiunto la serenità, io la trasformerò in disperazione!". L’oscura divinità ha infatti pianificato tutto per sfruttare le cose a suo vantaggio. "Per giungere a una disperazione tale da spezzare il cuore, occorre prima conoscere la speranza! La disperazione tingerà il tuo cosmo di un nero ancora più intenso". A suo comando, Mnemosine libera infatti i ricordi del Dio, la cui espressione cambia immediatamente, diventando malvagia e minacciosa. In quel momento il suo cosmo esplode, e di fronte agli attoniti Cavalieri d’Oro compare una falce nera, la Megas Drepanon, che per la prima volta si scompone e materializza sul corpo del Dio. Lythos teme che qualcuno gli stia facendo qualcosa, ma Aioria l’avverte di stare indietro: di fronte a loro non c’è più un ragazzino in lacrime, ma il Dio che ai tempi del mito si marchiò di parricidio, "Il grande Dio Crono". E Crono stesso è pronto alla battaglia decisiva.
     
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