Episode G n° 16 - Colui che rimane per ultimo

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    Un'ombra spenta

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    La battaglia prosegue senza esclusione di colpi. Aioria lancia il Lightning Bolt per non essere soverchiato dal cosmo di Iperione, ma quest'ultimo lo devia innalzando un muro di fiamme, per poi evocare l'Uroboro. Consapevole che il nemico è molto più abile nell'uso della Dunamis, il Leone cerca di indietreggiare, solo per trovarsi di fronte a lingue di fuoco. Decide quindi di non basarsi solo sul potere divino ma di ricorrere anche al cosmo e lancia il Lightning Plasma, combinandolo con una serie di assalti prettamente fisici. Ancora una volta però Iperione gli tiene testa, mantenendo il duello in sostanziale equilibrio ed anzi mostrandosi persino in vantaggio. Osservandoli combattere, gli altri Cavalieri d'Oro ammettono che presto o tardi il Titano finirà per prevalere, se non altro in quanto più abile nell'uso della Dunamis. Anche Aioria sembra consapevole di ciò, e si pone di nuovo nella posa del Photon Burst, proponendo al nemico di contrastarla anzichè cercare di evitarla. Iperione accetta, notando che la sua vittoria è scritta nel destino "Perfetto. Sono sempre stato intrappolato nel destino. Ti farò vedere che il destino si può cambiare!" risponde il Cavaliere, insistendo sul fatto che gli esseri umani, come tutte le creature viventi, hanno il potere di mutare il fato. Iperione chiede quale sia questo potere, e Aioria risponde "Non è una forza di cui gli Dei immortali hanno bisogno. Perciò gli Dei l'hanno abbandonata e donata all'umanità. Comunque non è niente di speciale. Chiunque possiede quella forza, che permane anche quando si perde tutto il resto e che permette di rialzarsi all'infinito. Quella forza si chiama speranza!". Nel frattempo, Lythos e Chronos cercano un modo per scendere dalla cima del Labirinto e raggiungere i Cavalieri d'Oro ma sono a corto di idee. "E' questa dunque la forza dell'umana speme?" chiede improvvisamente qualcuno, e dall'ombra emerge un giovane "Per punire gli uomini, Zeus creò una donna e le affidò un'anfora che le ordinò di non aprire. Ma Zeus aveva creato Pandora rendendola molto curiosa, e la ragazza, non riuscendo a resistere alla curiosità aprì l'anfora da cui uscirono tutti i mali del mondo, sebbene sul fondo vi rimanesse la speranza!" dice l'uomo, citando il mito greco, e poi aggiungendo che per Lythos e Chronos lui stesso potrebbe essere la speranza. Egli crea infatti una scalinata dal nulla, sospendendola in aria ed avvertendo che potrebbe non essere molto sicura, e quindi occorre coraggio per usarla. Lythos decide di tentare comunque, ma quando si volta di nuovo l'uomo è scomparso. Lei e Chronos ipotizzano si sia trattato di un Dio, ma non avendo scelta iniziano a scendere. Intanto, Iperione nota che Aioria ha accumulato i fotoni nel pugno, essendo divenuto molto più abile e veloce ad accumularli grazie all'esperienza accumulata. Crea così il muro di lava e sferra contemporaneamente, ma stavolta il Leone lo anticipa e, dopo aver disperso la difesa di fuoco con l'Eskatos Dunamis, ruota il braccio destro ancora ricolmo di energia divina creando una barriera di fulmini. Grazie ad essa, ha respinto l'attacco di Iperione, che però non capisce che fine abbiano fatto i fotoni accumulati poco prima. La risposta arriva sorprendente: sono nel braccio sinistro, l'ultima zanna ancora rimasta ad Aioria, che adesso si lancia all'attacco tentando il tutto per tutto. La sua offensiva ha successo ed il colpo segreto trapassa il torace del Titano da parte a parte, facendogli sputare sangue. Iperione barcolla, ma non è ancora domo e con un calcio improvviso allontana il Cavaliere d'Oro. Entrambi sono motivati e costretti a vincere, così il combattimento continua.
     
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