Episode G n° 16 - Colui che ricevette il Fulmine in dono.

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    Un'ombra spenta

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    La battaglia tra Aioria e Iperione prosegue senza esclusione di colpi. Il Cavaliere d'Oro cerca disperatamente di evitare la mano del Titano e di colpirlo con il braccio sinistro o con le gambe, arrivando anche a lanciare il Lightning Bolt contro il suolo per attaccare dall'alto, ma Iperione reagisce a qualsiasi assalto e riesce a controbattere persino un colpo sferrato nel suo punto cieco. Aioria perde i sensi, ma continua a lottare agendo d'istinto, guadagnandosi le lodi del nemico "Ora che si muove solo grazie all'istinto combattivo è divenuto un guerriero infinitamente migliore!". Iperione ha un'occasione per ucciderlo, ma preferisce colpirlo con un pugno al volto per risvegliarlo: prova ormai rispetto per lui, e non vuole sconfiggerlo in condizione d'incoscienza. Riuscito nel suo intento, gli fa una solenne promessa "Io raggiungerò la luminosa terra imprimendo nel mio cosmo la tua forza!" e sferra l'Ouroboros Prominence, causando un assordante boato. Nel cuore del Labirinto, anche Lythos e Chronos odono l'esplosione. I due si trovano davanti ad una statua di pietra di Rea, verso il quale Chronos prova affetto, sentendo che l'aveva protetto e amato dal profondo del cuore, e soprattutto tristezza. Non si tratta infatti di una vera statua, ma della Dea stessa, pietrificata da qualche forza superiore sconosciuta. Lythos, sentendo una corrente d'aria, trascina via Chronos, senza che nessuno dei due si accorga di una lacrima che scorre dagli occhi chiusi di Rea. Raggiunto l'esterno però, si trovano su una specie di guglia, da cui in lontananza si scorge il campo di battaglia. Lythos capisce che Aioria è venuto e grida il suo nome per incoraggiarlo. La sua voce ed il suo cosmo raggiungono il Leone, infondendogli nuova energia e forza: con una mossa a sorpresa, Aioria solleva il pugno destro, sbalordendo Iperione. Finora infatti era stato solo il cosmo d'oro a permettere al braccio di mantenere una parvenza di forma, ed usandolo in battaglia sarà probabilmente polverizzato. Il Cavaliere però è sicuro di se grazie alla fiducia di coloro che credono in lui "Ci sono due cose che sostengono il mio braccio destro che stava per essere distrutto. Una è il cosmo di Galan e l'altro il Keraunos di Ceo… un fiero Dio morto affindandomi tutto ciò che aveva!" pensa, ricorrendo all'Eskatos Dunamis. Iperione è allibito perchè riconosce il cosmo di Ceo unito a quello di Aioria, e grazie ad esso ora l'avversario ha una forza pari alla sua. Lo scontro dei due poteri infatti si innalza al cielo in una colonna di luce. Tra i presenti, solo Shura capisce quel che sta accadendo, avendo ricevuto non solo il sangue ma anche la forza di Crio, che ora riposa nella sua Excalibur. Ponto, che sta seguendo il duello, è furioso perchè Aioria, che aveva rifiutato la sua Dunamis, ora ha accettato quella di Ceo. Prometeo però lo calma, spiegandogli la situazione da un diverso punto di vista "Voi avete tentato di obbligarlo a ricevere la Dunamis, mentre Ceo e Crio gli hanno affidato la loro. I Cavalieri non l'hanno rubata, ma ricevuta. Potranno usarla solo qui nel Tartaro, ma è la prova che gli umani e gli Dei sono entrati in sintonia col loro cosmo". Ponto non è convinto, ed anzi è infastidito dal fatto che Prometeo tenda a favorire gli esseri umani. Ad ogni modo, non è ancora finita perchè anche Iperione lotta spinto da ragioni superiori. "Dal tuo punto di vista io posso sembrarti una divinità malvagia. Ma il mio popolo combatte credendo in me, e io devo proteggere il mio re a costo della mia vita!" spiega il Titano ai nemici, mettendosi in posa di guardia. Aioria comprende il punto di vista del nemico, ma non intende comunque lasciarsi sconfiggere "Anch'io ho un popolo, una Dea e degli amici da difendere. Entrambi vogliamo proteggere cose simili. Per questo non mi tirerò indietro!". Ormai gli avversari si rispettano a vicenda come guerrieri "Sebbene tu sia un uomo, porti lo stesso fardello di un Dio. Meriti il mio rispetto!" "Uomini o Dei non fa differenza. Sei semplicemente forte e per questo ti stimo!". Detto ciò, lasciano esplodere i loro cosmi per la battaglia finale.

     
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