Episode G n° 15 - Colui che si erge tra le Oscure Fiamme

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    Un'ombra spenta

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    Risvegliata dal tintinnio dei diamanti della clessidra adamantina, il cui suono l'aveva cullata finora, Lythos riprende finalmente i sensi. Spaesata e non certa della situazione, si guarda attorno, soffermandosi ad ammirare la bellezza della clessidra in oro e diamanti. In quel momento, sopraggiunge Crono, e la bambina, ignorandone l'identità, si presenta. Il Titano commenta il suo nome, che significa pietra preziosa, ma ammette di non ricordare il proprio, spiegando che è come imprigionato in quella fortezza nell'oltretomba, condannato a capovolgere di continuo quella clessidra senza avere memoria d'altro. Commossa, Lythos gli afferra le mani, proponendogli di scappare insieme. Crono ricorda che, alla sua nascita, gli fu chiesto dalla madre di fare qualcosa di importante, ma dopo averla compiuta visse nel terrore e nelle tenebre: suo più grande desiderio era vivere alla luce del sole. Nel sentir ciò, Lythos sorride affettuosamente e ricorda che "chiunque è libero di vivere alla luce del sole!", poi inizia a correre trascinando Crono con se, ed affermando che la terra su cui risplende il sole appartiene a tutti. Sbalordito da queste parole, Crono la segue. Intanto, avvolto in un sole nero, Iperione si prepara ad affrontare i Cavalieri d'Oro attaccandoli con raffiche di vento. Come ben presto tutti si accorgono però, questa non è la semplice corrente dell'Ebony Vortex, ma il terribile vento solare che viaggia a 740 chilometri al secondo bruciando tutto quel che incontra: l'Helios Vortex. La corrente avanza verso Aioria polverizzando tutto quel che incontra, ma Aldebaran scatta a difesa del compagno, disperdendo il vento con il Great Horn. Per nulla intimorito, Iperione prosegue la sua offensiva, stavolta scatenando l'Helios Prominence, numerosi giganteschi serpenti di fuoco dalle fauci spalancate, troppi perchè Aldebaran possa distruggerli. È allora Milo ad intervenire con i quindici colpi dello Scarlet Needle, che intercettano e disperdono i serpenti, non riuscendo però ad impedire al calore di mutare il suolo in lava. Per proteggere Aioria, Shaka gli balza accanto e lo protegge con il Kaan, infrangendo le onde di lava, ma anche il Cavaliere della Vergine è costretto ad ammettere che, finchè resteranno così sulla difensiva, le speranze di vittoria saranno minime. In quel momento, un'esplosione di manga e fiamme si abbatte sul gruppo, quando dal nulla compare Camus, che ha finalmente raggiunto il gruppo e protetto gli amici con il suo cosmo di ghiaccio. Il pericolo però non è ancora passato, Iperione infatti balza in aria con la spada per sferrare un attacco diretto al suolo, frantumando il quale precipiterebbero tutti nella lava. Improvvisamente però, dall'oscurità balza fuori Shura, di ritorno dopo la vittoria su Crio, che intercetta la spada di Iperione con Excalibur, riuscendo se non altro a deviarla, anche se tale sforzo gli ferisce la mano. La lama del Titano è infatti più dura e pesante di quella del suo defunto fratello, e soprattutto il suo sguardo non accenna a vacillare. Iperione invita i nemici a farsi avanti, anche in gruppo se vorranno, perchè come Dio che governa il sole, è pronto a donar loro la morte. Aioria, rimasto finora in disparte, avanza allora verso di lui, rispondendo che lo affronterà da solo. Fu con un duello tra loro due che la guerra aveva avuto inizio, e con un altro combattimento simile si concluderà.

     
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