Episode G n° 15 - Colui che trasmette i propri sentimenti.

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    Un'ombra spenta

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    "Gli umani sono in possesso di cinque sensi: la vista, l'udito, il gusto, l'olfatto e il tatto. Oltre a questi, esiste un senso che potremmo definire sovrumano. Esso viene chiamato "sesto senso", e conferisce agli uomini facoltà paranormali. È un potere che solo in pochi posseggono… ma nei Cavalieri è presente una forza che gli è persino superiore. Essa è la forza definitiva, che supera addirittura il sesto senso! È una forza concessa ai soli Cavalieri, ed essi possono ottenerla ardendo fino in fondo il proprio cosmo. Il settimo senso!" spiega Ioria, concentrando le proprie energie nel pugno e preparandosi a colpire. Grazie al settimo senso, gli esseri umani, naturalmente dotati di infinite possibilità, sono in grado di generare una forza capace di sconfiggere persino gli Dei e di scegliere il proprio futuro. Trafitto dal Lightning Bolt, Ceo sorride, affermando che questa è "la forza di cui ha bisogno il futuro che ci attende", parole che confondono e sorprendono il Cavaliere d'Oro. Proseguendo, il Titano spiega "Per quanto concerne la nostra rinascita… noi Titani siamo tutti schiavi di un incanto che prende il nome di destino. Il destino generato da un essere che necessita del nostro cosmo. Questo è il grandioso piano ordito da un Dio antico". Nella sua dimora, Ponto si complimenta tra se e se con Ceo, che fu escluso dal mito proprio per il suo terribile potere: la capacità di comprendere ogni cosa, non solo il pensiero degli umani, ma persino quello di un Dio ben più antico e potente. "Questo temibile potere di comprensione ti fece realizzare quale forza ti avrebbe annientato. Fu per impedire a quella forza di espandersi per il mondo che tu venisti imprigionato". Intanto, sanguinante, Ceo inizia a rivelare ad Aioria ed i Cavalieri d'Oro la verità: i Titani furono risvegliati privi di una cosa fondamentale, necessaria per essere loro stessi. Persino Crono ne fu privato, ma in misura maggiore, e per questo è rinato in una forma imperfetta. Tale cosa è la memoria, e persino Ceo ne fu privato, dimenticando quindi una cosa fondamentale "Ovvero… che io sono come te. Anch'io non riuscii a proteggere gente a me cara e non potei fare altro che guardarla morire. Anzi… io non sono proprio come te, in quanto il mio peccato è assai più grave. E questo perchè io privai del futuro non solo me stesso, ma anche il mio sovrano che riponeva la sua fiducia in me… i miei amici… e il mio popolo. Fui io a generare la forza che avrebbe ucciso i Titani" spiega serenamente il Dio, guardando Aioria negli occhi e ricordando gli eventi passati. Nel corso della Titanomachia, grazie ai suoi poteri, egli comprese quale fosse la forza deicida che avrebbe potuto permettere loro di vincere la guerra e donare la luce al loro popolo. E così, pur sapendo che si trattava di un potere folle e pericoloso, lo generò con le sue stesse mani. Ben presto però ne fu terrorizzato e, convinto che al mondo non dovesse esistere un'energia atta solo a distruggere, la rinnegò senza farne parola con nessuno, sforzandosi di dimenticarla. Quell'energia, che anche Aioria padroneggia, "è il Keraunos, il Fulmine", la stessa arma con cui il sommo Zeus annientò i Titani suoi nemici nel corso della grande guerra divina. È stato grazie ad Aioria che Ceo ha recuperato la memoria: dopo il loro primo scontro, in India, il suo corpo divino fu danneggiato irrimediabilmente dal Photon Burst. Anche con la Soma e l'Ichor infatti, le sue membra ed il suo cosmo, imperfetti per la perdita di memoria, non poterono riparare il danno, anche perchè il corpo divino è ben più complesso di quello umano. Ciò rese Ceo mortale, e "nel momento in cui ho compreso la nobiltà insita nel voler soltanto vivere una vita priva di rimpianti, seppur limitata, e mi sono reso conto di quanto è meraviglioso riuscire a realizzare la propria esistenza, sono tornati a me i ricordi che mi erano stati sottratti". Ormai era troppo tardi per salvarsi, ma con il tornare dei ricordi, Ceo ha ricordato anche che qualcuno rubò il Keraunos dalla sua memoria, per poi donarlo a Zeus. Tale essere infame, era uno dei dodici Titani, l'unica con un potere tale da privare persino un Dio dei suoi ricordi. La figlia di Urano e Gea, che unendosi a Zeus generò le Nove Muse: Mnemosine. In quel momento, proprio la Titanide sta facendo rapporto a Ponto, avvertendolo che Ceo, avendo scelto per se una morte lenta, è riuscito a ritrovare la memoria. Ponto comprende la situazione, ma pur rispettoso del potere del Titano, avverte che egli non è tornato alla luce per comprendere, ma per essere sacrificato a Gea. Più il cosmo dei Titani brucia in battaglia e più la Dunamis cresce, per questo era necessario farli combattere contro avversari all'altezza. In quest'ottica, i Cavalieri non sono che pedine senza importanza, anche perchè, alla fine "Possono creare tanto gli uomini quanto gli Dei!". In quel momento Gea inizia ad assorbire il cosmo di Ceo, che barcolla di fronte ad Aioria. Ora incapace di resistere al risucchio della morte che aveva gravato su di lui per tutto il tempo, il Titano inizia a precipitare nel Tartaro, ma Ioria lo afferra d'impeto al polso. Il Cavaliere di Leo grida che il fardello del Titano era troppo pesante perchè loro siano davvero alla pari, e quindi dovrebbero battersi di nuovo per stabilire chi sia davvero il migliore. Ceo però risponde confidandogli di aver voluto credere nel suo sguardo privo di ombre e di aver deciso di affidargli il futuro. Aioria capisce che se il Titano ha voluto combattere contro di lui, pur versando in gravi condizioni, è stato per permettergli di crescere come guerriero, ma Ceo risponde che è stato solo un atto di orgoglio, dettato dal voler cadere combattendo. Egli supplica l'eroe di illuminare il futuro con la sua folgore "Ti scongiuro… costruisci un futuro in cui possano convivere tanto il popolo degli uomini quanto quello dei Titani!". Aioria promette, giurando sul suo cosmo, e per ringraziarlo Ceo gli dona una sfera di cosmo, contenente quel che resta del suo Keraunos. Un attimo dopo, il simbolo di Ceo scompare dal Theos Sema. Colpiti dalla nobiltà del Titano caduto, anche gli altri Cavalieri d'Oro giurano di esaudire la sua ultima richiesta, mentre Aioria, in lacrime, saluta colui che si è rivelato un prezioso maestro.

     
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