Episode G nà 14 - L'erede spirituale.

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    Un'ombra spenta

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    Il duello tra Shura e Crio infuria. Il Titano, il cuo cosmo è prossimo al limite massimo, usa lo scudo per lanciare una tempesta di rocce contro il nemico. Capricorn le distrugge con Excalibur, solo per trovarsi davanti all'Aster Shield che fluttua da solo a mezz'aria. Improvvisamente, l'oggetto inizia a ruotare e scatta contro il Cavaliere, costretto a bloccarlo incrociando le braccia. "E' lo scudo stesso a muoversi di propria volontà per difendere il Dio che venera?!" realizza il guerriero. Obbligato ad usare le braccia per difendersi, Shura è indifeso, ed in quel momento Crio si appresta al colpo finale. "Tutto il mio sangue, tutto il mio cosmo e tutta la mia via confluiscono nella mia lama!" pensa il Titano, lanciandosi dall'alto contro Shura e sferrando l'ultimo fendente. L'armatura del Capricorno va in pezzi tra flotti di sangue, ma Crio avverte una strana sensazione: il corpo del nemico non ha offerto alcuna resistenza. In quel momento, avverte una minaccia dietro di se e si volta appena in tempo per trovarsi di nuovo davanti Shura. L'eroe si è spontaneamente privato di parte dell'armatura per ingannare il nemico, e con un gesto incredibile ha infranto l'Aster Shield a mani nude, usandolo ora per parare il fendente della spada di Dunamis. Adesso però Shura è indifeso, e così Crio vibra un nuovo attacco verso il suo collo scoperto. Chiusi gli occhi, il cavaliere d'oro si concentra "Privo di qualsivoglia protezione, vado ora a braccetto con la morte. Questa spaventosa tensione brucia fino all'estremo il cosmo che è in me… rendendomi fulmineo!". Con un movimento alla velocità della luce, Shura evita il fendente mortale istanti prima della fine, portandosi a ridosso di Crio e sferrando un affondo con Excalibur. Il Titano è trafitto da parte a parte, Capricorn infatti ha colpito il punto della Soma già danneggiato da Crio stesso, quando si era trafitto per creare la sua spada. D'altra parte, ora l'arto è intrappolato nelle membra del Dio che, forte del suo Ichor, ha ancora la forza per attaccare. La lama di Dunamis si accinge a calare, quando Shura fa esplodere il suo cosmo e risveglia la seconda Excalibur che dorme nel suo braccio sinistro. Con la Double Excalibur, l'eroe mozza di netto il braccio destro di Crio, generando un lampo di luce che sale fino al cielo, cancellando un altro spicchio del Theos Sema. "Per padroneggiare così due spade, un misero mortale deve esercitarsi fino a superare la morte. Quel potere… quella lama che hai ottenuto in cambio della tua stessa anima… è in grado di fendere qualunque cosa. Persino… un Dio!" esclama Crio, riconoscendo la vittoria di Shura. "Più l'avversario che si para innanzi a un Cavaliere è forte, e più si eleva la forza dello stesso Cavaliere!" risponde Capricorn, rendendo onore alla forza del Dio morente. Crio gli porge allora in dono la sua spada divina, chiedendogli di continuare a vivere unendo il suo cosmo a quello proprio: donare in punto di morte la propria lama ad un valido guerriero è il destino degli spadaccini, ed un giorno anche a Shura toccherà trovare un tale erede spirituale. Dopo queste ultime parole, Crio crolla esanime a terra.

     
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