Episode G n° 13 - Colui che duella senza tregua

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    Un'ombra spenta

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    Scosso dalla distruzione del palazzo di Crio, e dalla scomparsa di due simboli del Theos Sema, il mondo dei Titani vibra spaventosamente, riempiendo di paura i cuori dei soldati e del popolo degli Dei. Gli uomini temono che il loro sogno di poter vivere sulla terra sia destinato a svanire, ma le donne ed i bambini supplicano gli Dei: "Fate si che nostro padre torni a casa sano e salvo. Noi crediamo in voi, fortissimi Dei. Siamo certi che ci salverete. Vi preghiamo… accompagnateci in un mondo luminoso". Le loro preghiere arrivano all'orecchio di Iperione e Ceo, ed entrambi sono intenzionati ad esaudirle. Considerano infatti un loro dovere il donare speranza a chi li implora, anche perchè quella gente non c'entra nella guerra tra i Titani e gli Dei dell'Olimpo, ed ha il diritto di vivere alla luce del sole. "Poichè questo è il nostro destino, non temo di versare il mio Ichor… ma vorrei farlo per il bene della nostra gente" afferma Ceo, ed Iperione concorda "Se batterci è il nostro compito, lo è anche il condurre il nostro popolo in una terra su cui risplenda la luce!". Altrove, anche Rea concorda, e decide di spazzare via il ghiaccio che impedisce al popolo di attraversare il portale per la Terra. Con i suoi poteri, evoca così un'immensa salamandra di fuoco, che si innalza davanti ai Cavalieri d'Oro. L'essere sferra una fiammata contro il portone congelato, ma Camus interviene per fermarlo, consapevole che in caso contrario l'esercito nemico invaderebbe il Grande Tempio. Gridando "E' con la vita che si proteggono altre vite!", sferra l'Aurora Execution, congelando le vampe. Sostenuta da Rea, la salamandra continua a ruggire, così Camus chiede ai compagni di proseguire mentre lui rimane ad affrontarla. Altrove, Crio e Shura continuano il loro scontro. Il Titano si è accorto che l'armatura d'oro contiene a sua volta tracce di Oricalco, il che significa che i due combattono ad armi pari, e che la vittoria non dipenderà dalla spada ma dallo spadaccino. Usando l'Aster Shield, respinge i fendenti di Excalibur, per poi contrattaccare con l'Orichalcum Blade, spaccando l'Oricalco con la sua lama e tempestando Shura di frammenti. Il Capricorno sembra crollare in ginocchio, così Crio sferra il colpo di grazia, ma con suo enorme stupore Shura ne assorbe l'impatto, sfruttandolo per eseguire una capriola in aria e sferrare il Jumping Stone, ovvero un calcio volante con cui devia la lama nera. In questo modo, ha aperto uno spiraglio nella guardia di Crio, e può attaccare con Excalibur. "A donare il potere di questa spada sono stati tutti coloro con i quali ho combattuto. Perdere equivarrebbe a infangare il loro cosmo!" dichiara, preparandosi a colpire. Il Titano erge allora l'Aster Shield a sua difesa, ma Shura, memore di come Aiolia abbia sconfitto Giapeto, e soprattutto del grande valore di Aioros del Sagittario, sferra Excalibur bruciando al massimo il suo cosmo, e per la prima volta riesce a spaccare l'Oricalco. Crio, la cui lama va in pezzi, deve ammettere il valore del nemico, e lo riconosce come un avversario degno di battersi con un Dio. Per questo motivo, anche lui combatterà con tutte le forze, preparandosi a utilizzare il suo mortale colpo segreto, che mai aveva adoperato di fronte ad un umano. Per farlo, conficca nell'Aster Shield l'elsa della sua spada nera. Dal canto suo, Shura è pronto a contrastarlo.

     
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