Episode G n°13 - Colui che redice i legami

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    Un'ombra spenta

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    Nel luogo in cui dimora, Ponto osserva Gaia, ancora addormentata tra le acque di una specie di cascata, sospesa tra una riproduzione del globo terrestre ed una coppa. Parlando alla madre, il Dio le dice che il mondo che lei desiderava sta per arrivare, "Un mondo di assoluta armonia in cui tutto ruota attorno alla madre Terra." Avvicinandosi alla genitrice, le promette che quel mondo le apparterrà, come era stato stabilito sin dai tempi dei tempi. In quel momento, Prometeo è di ritorno, avendo appena assistito alla scomparsa di Giapeto e Temi. Ponto è dispiaciuto della loro fine, ma promette che non avverrà in vano, e l'angelo nero concorda, affermando di accettare le intenzioni della madre Terra. Continuando a guardare la donna addormentata, Ponto giudica inammissibile un mondo dove lei sia oppressa a tal modo, dimostrando di detestare sia gli umani che lo abitano che gli Dei che lo governano, e si augura "Distruggi questo universo guasto affinchè tutto faccia ritorno al nulla e ne rinasca un mondo più giusto! E se a tale scopo si renderà necessaria la vita dei Titani, allora sacrificali, e che precipitino pure nel Tartaro!". La sua risata è assordante, ma Prometeo è dubbioso, e si chiede se ad essere impazziti siano gli uomini oppure gli Dei. Nel suo tempio, Crio è di fronte ad un enorme specchio, da cui emerge una voce triste di donna. Apparendo nell'immagine, costei, in lacrime, ammette di poter udire la risata malvagia di suo padre, Ponto, e di temerla. Si tratta di Euribia, sposa di Crio, che dimorando nelle profondità degli oceani, non può recarsi nel Tartaro dal suo consorte. "La resurrezione dei Titani, opera di mio padre, fa probabilmente parte di un più vasto piano, ma sono certa che il suo fine non era il vostro bene…" avverte, spiegando che molto probabilmente Ponto ha in mente qualcosa, e ammettendo di essere spaventata da lui. Ora che già due Titani sono caduti, scomponendo la forza del Theos Sema, Euribia supplica il marito di abbandonare la battaglia ed andare a vivere con lei negli abissi, dove potranno essere felici per sempre. Crio però rifiuta "L'acqua scorre sempre verso il basso, e non risale mai alla sorgente. Al pari dell'acqua, la mia vita ha fatto il suo corso e non tornerà più indietro" dichiara, affermando che, indipendentemente da ciò che lo ha riportato in vita, l'unica cosa che egli può fare è abbattere il nemico con la propria spada. Pronto a distruggere qualsiasi cosa, persino l'amore, Crio fende l'aria, frantumando lo specchio, e si prepara a raggiungere il campo di battaglia, distruggendo anche la propria dimora. Iperione gli chiede di aspettare, ma egli rifiuta, spiegando che tutti gli altri Titani hanno stretto legami tra loro, e quindi hanno il compito di generare dei figli ed assicurare loro un futuro, mentre lui, cui tutto questo è negato, sarà la spada che massacrerà i nemici. In particolare, Crio desidera affrontare una certa persona. Intanto, Shaka e Aioria ricompaiono tra i Cavalieri d'Oro, scoprendo di essere stati via per appena pochi minuti, perchè nella dimensione di Giapeto il tempo scorreva in maniera diversa. Cambiando argomento, Shura chiede ad Aioria se sia riuscito a sconfiggere un Dio, e quando il Leone risponde affermativamente, dichiara che probabilmente potrà riuscirci anche lui, che come il compagno è un Cavaliere d'Oro. Shura può infatti percepire un cosmo avvicinarsi, ed un istante dopo Crio compare di fronte a lui. I due ricordano il loro precedente duello, e contrappongono le loro ragioni: Capricorn è venuto per costruire un futuro, ma Crio intende donarlo ai Titani. Attorno a tutti i presenti compaiono delle enormi rocce cristalline, che delimitano il campo di battaglia. Aioria avverte che il suo cosmo è molto più forte dell'ultima volta, come se si fosse affilato come una spada, ma Shura è onorato di essere stato personalmente convocato da un Dio. Chiede così ai compagni di proseguire, desiderando battersi da solo. Milo non è d'accordo, ma Capricorn gli ricorda che sconfiggere i Titani non è la loro sola missione "Noi desideriamo salvare l'umanità, e aiutare una persona cara al nostro compagno d'armi. Una persona che merita d'essere protetta". Colpito, Aioria gli chiede di promettere di vincere, e Shura giura sulla divina Atena e sull'Excalibur che ha nel braccio. Acconsentendo, i Cavalieri d'Oro si allontanano, chiedendogli di raggiungerli presto. Rimasti soli, Shura e Crio si preparano al duello, ma il Titano prima sfida il nemico a tagliare le rocce che lo circondano. Credendo di poterlo fare facilmente, Shura le colpisce con la spada, ma il suo taglio non sortisce risultati: quelle non sono infatti semplici rocce, ma l'Oricalco, il materiale in mano agli Dei. A differenza dell'avversario però, Crio può combattere al massimo, e la sua Aster Blade taglia facilmente i cristalli, travolgendo Shura. L'eroe tenta un affondo a distanza ravvicinata, ma viene respinto da qualcosa. "Ciascun Titano ha la custodia di un pianeta. Ciascun pianeta è diverso dall'altro, ma tutti costituiscono la forza del Dio a cui appartengono. […] Nella mia mano sinistra risiede l'Aster Blade, mentre nella destra alberga un potere superiore. E' il cosmo formato da tutti coloro che vivono sul pianeta!" spiega Crio, rivelando l'Aster Shield, uno scudo concavo formato dalla superficie di un pianeta stesso. Il Titano è pronto alla battaglia, e proclama che egli sarà il Dio che, con un fendente, priverà gli uomini del loro futuro.

     
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