Capitolo 14 - Il bracciale dei fiori

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    Un'ombra spenta

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    In lacrime, Saori annoda un braccialetto di fiori, fatto da lei, attorno al polso di Seiya. Il ragazzo è ancora immobile sulla sedia a rotelle, con gli occhi chiusi e privo di cosmo, e Saori spera che quel braccialetto possa proteggerlo, e aiutarlo a tornare il Cavaliere che era. In quel momento, sopraggiunge qualcuno: è Shun, che porta in spalla lo scrigno di Andromeda. Saori è felice che anche lui sia tornato sano e salvo, e le chiede se ha notizie di Shiryu, Hyoga e Ikki, ma Andromeda spiega di non avere notizie di nessuno di loro dopo la sconfitta di Hades. Ciononostante, è certo che siano riusciti a tornare vivi sulla terra, ed anche Saori è d'accordo. Il ragazzo poi chiede spiegazioni sulle condizioni di Pegasus, da cui non sente provenire alcun cosmo, quasi come se fosse un involucro vuoto privo di vita. Affranta, Saori spiega che è colpa della spada di Hades, che, seppure invisibile, è ancora piantata nel suo corpo. Con essa, il Dio ha maledetto il cavaliere di Pegasus, che sin dalle epoche mitologiche gli ha impedito di conquistare la terra: entro tre giorni, la lama trafiggerà il suo cuore, e Seiya morirà. Per salvarlo, Saori decide di andare a visitare una certa persona, e Shun si offre di accompagnarla. In un attimo, la ragazza indossa la sua armatura di Atena, segno che potrebbe essere una missione rischiosa, ed istanti dopo lei e Shun sono sullo Star Hill, la collina del Santuario da cui il Sacerdote segue il movimento degli astri. Il motivo per cui sono andati lì è che quello è il punto più vicino alla luna, destinazione del loro viaggio. La persona che Saori vuole incontrare infatti è sua sorella maggiore, Artemide, la Dea della Luna. Dopo aver avvisato Shun di starle vicino, Saori teletrasporta se stessa e il Cavaliere, conducendoli in un luogo sacro sopra le nuvole, le pendici del leggendario monte Olimpo, dove si trova il tempio di Artemide. Temendo pericoli, Shun apre lo scrigno di Andromeda e indossa la sua armatura, che compare piena di crepe e danni, e soprattutto regredita allo stadio che aveva prima dell'Elisio. Il Cavaliere e Saori si chiedono come mai non sia più un'armatura divina, e capiscono che, dopo essersi evoluta grazie al sangue divino ed al cosmo di Shun espanso fino al massimo livello, essa, avendo raggiunto il suo scopo, è regredita a normale corazza di bronzo. Tutto sommato, Shun è felice così, dal momento che ha sempre combattuto con quell'armatura di Andromeda. Lui e Saori poi si incamminano sull'Olimpo. Nel 1700, una voce sorprende Izo e Ox, sottolineando che ancora non si sa dove sia Atena: si tratta di Shiva il placido, Cavaliere della Vergine, che seduto in posa di meditazione, avverte lo smisurato cosmo della Dea attraversare lo spaziotempo, avvicinandosi sempre di più a loro.

     
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